conosco le luci
mutare sui campi
di tutte le ombre
che nelle stagioni
i bagliori spettrali
velano ai guardi
dei volti dissolti.
così vorrei fosse
il dolore lo stesso
del grano mietuto:
un quieto fruscio
e poi il silenzio
nel sole che abbaglia
da un cielo riverso
col falco ad un passo
a un tiro di sasso
dai cocci perduti;
là, dove i conti
tornano ai giorni
che li han preceduti.
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