Oltre il mio sangue,
nella famiglia ancora,
prima fu una micia
la creatura verso cui
oltre l'effimero tenerezza ebbi.
Seppur zoppetta,
dalle movenze scaturir mai vidi
sì pura leggiadria,
nelle pupille dolcezza
che illudere non possa,
né ingannare,
con versi senza parole in armonia,
fuor di leziosità, celeste.
Di poi, ribaldi e guerrieri,
due micetti,
nel dispetto, o la stizza, persino,
d'incantevole indole,
per grazia ed eleganza, femminina,
sebbene maschia,
così aliena dalla mia,
e altrui, rozzezza.
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