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Utente eliminato
Pubblicata il 14/11/2021
Carneade e Sigfrido, detti "i Malavoglia", sono fratelli, ma, malgrado alcune caratteristiche omogenee, non potrebbero essere più diversi.
Mi spiego meglio : entrambi sono intorno ai 55 anni, Carneade un anno sopra, Sigfrido un anno sotto, la statura è intorno ai cm. 180, Carneade 2 cm. sotto, Sigfrido 2 cm. sopra, entrambi non hanno legami sentimentali degni di questo nome, e, unici, abitano lo stesso appartamento.
Tuttavia le affinità tra i due non solo terminano qua, ma in realtà non si percepiscono neppure.
Carneade pesa circa 40 kg. più del fratello, vanta una chioma naturale, a tratti folta, a tratti schiericata e spelacchiata, un barbaccia spesso incolta, entrambe del colore dell'argento lurido, è afflitto da vari problemi di salute abbastanza seri, anche se non ancora disperati, dimostra un'età apparente d'una decina d'anni superiore a quella anagrafica, anche se sempre nettamente inferiore a quella biologica, è una persona estremamente sciatta, e deambula col passo d'un orso sconsolato, non certo un temibile grizzly, ma piuttosto una di quelle razze di plantigradi degeneri che puoi prendere a calci in culo per la strada senza troppi rischi. Ha conseguito il Diploma di Scuola Media Superiore con il voto di 40/60 senza aver mai studiato, nemmeno il giorno prima dell'Esame di Maturità, e sostiene che qualitativamente ciò equivale ad un 60/60 riportato da uno studente diligente, se non molto di più. Dopo alcuni anni trascorsi a falsificare il Libretto Universitario, al fine di placare i genitori, per poi bruciarlo e denunciarne lo smarrimento all'Autorità di Pubblica Sicurezza, ha cominciato a mangiare di gusto il pane del governo, prima come Sottufficiale d'un Corpo Militare innominabile, i cui risvolti grotteschi ed esilaranti non trovano adeguata rappresentazione nemmeno nelle farsacce con protagonista un giovane Lino Banfi, poi come impiegato civile di concetto (di cui colleghi e superiori hanno un concetto infimo). E' sempre stato un soggetto estremamente libidinoso, anche se mai aggressivo verso il gentil sesso, nei cui confronti dissimula bene l'occhio da radiologo, ed è "'na pinza e 'na tenaglia" (uno spilorcio).
In antitesi Sigfrido possiede una figura estremamente snella e slanciata, valorizzata da uno sterminato guardaroba di marca, che, insieme ad una vecchia automobile, costituisce il suo unico patrimonio.
Quando incede con l'agilità e la grazia di un giovane Nureyev il vento scompiglia la sua perfetta capigliatura bionda, che non necessita di tintura, nel senso che è proprio una parrucca incollata al cranio rasato per mezzo di cerotti biadesivi, ad opera di un parrucchiere specializzato, formatosi a Londra, dove lui stesso ha vissuto per anni. Il lavoro viene eseguito con tale maestria che nemmeno chi ne è al corrente nota nulla di posticcio, ed un ignaro tuttalpiù potrebbe sospettare che il colore dei "capelli" non sia naturale (molto meglio di quel Sergente, vecchio collega di Carneade, colpito da alopecia fulminante, che, scattando sull'attenti come da manuale davanti al Colonnello, sbatté i tacchi così violentemente da veder schizzar via la propria parrucca come una sassata, per poi abbandonarsi ad un pianto disperato, nel boato delle risa d'un intera caserma). Anche da una distanza di pochi metri Sigfrido non dimostra più di 30 anni, e sembra un semidio fanciullo delle leggende nordiche, che con l'inevitabile evoluzione dei tempi abbia sostituito l'arcaica carica di violenza con uno spirito polemico fastidioso e incessante (Carneade deve continuamente patire l'onta di essere confuso per il padre). E' laureato con 110/110, e sostiene che il Titolare di Cattedra, Chiarissimo Relatore, gli avrebbe concesso anche la lode, se non fosse stato per l'influsso del perfido Assistente. Sia come sia, la sua Laurea è sepolta in un cassetto, ammesso che non l'abbia proprio smarrita (lui veramente), per il semplice fatto che non ha mai lavorato nella vita. Infatti ha vissuto alle spalle dei genitori fino al tempo in cui hanno cessato di vivere, ha sperperato le eredità ricevute senza rimpianti e fino all'ultimo centesimo, per poi atterrare sul groppone del fratello con tempismo perfetto. Per quanto concerne la vita privata rispecchia pienamente, ma con discrezione, l'antico adagio romanesco : "ognuno della farina sua ce fa li gnocchi che glie pare".
E' solito rivolgersi con condiscendenza al fratello, con espressioni quali : "io sono un artista, tu un borghese"(???), "sono istruito, io", "tu non capisci niente perché non hai mai viaggiato", e via discorrendo.
L'indispensabile, regolare richiesta di somme di denaro per provvedere alle proprie necessità generava continue polemiche tra i fratelli, e mortificazione in Sigfrido (come lo stesso ebbe a lamentare), per cui Carneade, anche per sciacquarselo dalle "pudenda viri" un giorno gli disse testualmente : "non mi rompere più il *****, d'ora in poi ti lascio una mazzetta di banconote nel cassetto che sai, e tu, senza dire niente, prendi quello che ti occorre, a mo' di bancomat, quando io vedo il cassetto vuoto provvedo a rinforzarlo, poi, a fine anno, redigo un Conto Consuntivo Familiare, e vedremo il Profondo Rosso". Tale soluzione non solo ha giovato immensamente alla pace familiare, ma è stata così efficace che un giorno, quando Carneade, parlando d'un acquisto da farsi, ha maldestramente pronunciato le seguenti parole : "e vabbè, non vedo 'u problema, ti do i soldi e lo compri", Sigfrido, quasi indignato, gli ha immediatamente replicato : "ma che mi dai, me li prendo dal cassetto" (???).
La Pandemia poi ha ulteriormente, pesantemente marcato la distanza tra i due.
Carneade è letteralmente terrorizzato dal Covid, perché più Medici e un ex-amichetta Infermiera (mandata a quel paese a causa dell'eccessiva e sfrontata richiesta di prestiti mai restituiti) gli hanno fatto capire che, alla luce delle patologie pregresse e lo stato generale, difficilmente potrebbe sopravvivere ad un eventuale contagio, per cui si è sottoposto alla vaccinazione fino alla 2° dose, e tuttora, quando assai raramente esce di casa, è munito di mascherina + visiera di plastica, e, inoltre, in casa, quando Sigfrido accorcia la distanza sotto i 4-5 metri, indossa la mascherina (se accenna ad avanzare ancora si allontana, e, ove non fosse possibile, comincia ad abbaiare).
Al contrario Sigfrido "sa bene" che non esiste alcuna epidemia, ma solo una Cospirazione Globale in confronto alla quale il contenuto del celebre testo "I Protocolli dei Savi di Sion" rappresenta tuttalpiù una burla fra ragazzuoli, mentre la vaccinazione ha come unico obiettivo la "depopolazione", ed è una moderna, raffinata evoluzione della prassi denominata "Ausmerzen", durante il Reich "Millenario".
E' quindi assolutamente negazionista e No-Vax senza se e senza ma (non è anche No-Tav solo perché, per quel che glie ne frega, potrebbero anche radere al suolo e sventrare l'intero Piemonte e Val d'Aosta), non prende alcuna precauzione, anche perché dice di non vedere cataste di cadaveri per le strade, come nelle antiche pestilenze, e taccia il fratello di essere : "paranoico, ipocondriaco, plagiato, ridicolo, desideroso di schivare non la malattia e la morte, ma la vita in se, .......". Quando Carneade ha cercato di rabbonirlo argomentando che, perfino se le sue tesi temerarie fossero completamente fondate, comunque avrebbe dovuto sottoporsi alla vaccinazione per conservare l'impiego e l'unico reddito familiare, ha ottenuto l'unico risultato di sentir rincarare la dose, venendo apostrofato anche : "vigliacco, servo dello Stato, pecorone belante, smidollato ......".
I miei complimenti per chi è arrivato fino a questo punto, senza saltare i passi precedenti.
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«Carneade! Chi era costui?»

il 15/11/2021 alle 16:16