Mi è successo anche a me: quando rileggo alcuni commenti che ho fatto una decina, quindicina di anni fa mi trovo in perfetto disagio, a volte anche quelli di uno due mesi precedenti. Sono d'accordo con te, sono foto di un momento, come le poesie...
Tocchi un argomento "sensibile", su cui ho riflettuto in passato, perché anch'io ho sempre provato una sottile sofferenza nel guadare le fotografie di famiglia e non solo. Io mi sono dato una spiegazione, non molto dissimile dalla tua. Osservare il bel viso dell'amica o dell'amico quando non del padre o della cuginetta è come leggere nel loro futuro. E questa è una cosa tremenda. Nel volto sorridente di una persona che sta brindando a un compleanno possiamo leggere l'ovvia inconsapevolezza dell'incidente d'auto che ha posto termine alla sua vita, o una lunga malattia o altre cose del genere. E se nella foto ci siamo anche noi vediamo una parte del nostro futuro che oggi appartiene al nostro passato. E' un'esperienza che può essere molto dura perché la foto non è più "ecco com'era" ma diventa "ecco com'era prima di...". Diverso, ma dello stesso genere, è il caso della rilettura dei propri scritti (che siano commenti o altri tipi di espressione). Anche qui è una sorta di lettura del futuro e cioè come eravamo prima di capire o sapere certe cose che il tempo ha provveduto a farci comprendere. Ci si ritrova diversi da come pensiamo di essere, perché lo eravamo.
Sono sempre interessanti le tue osservazioni alla gigi marzullo :) ... A parte il cambiamento di stile nel corso anni, che va migliorandosi e affinandosi... ma capita anche a me di chiedermi chi scriveva, cosa diceva e pensava... e certe volte non riesco neanche a comprendermi! Non ero io, forse un mittente!!! ... Osservare foto di quando eravamo ci porta, come i testi che scrivevamo, ad accettare i cambiamenti; cosa assai difficile per l'essere umano che in genere è abitudinario, fossile pigro e indolente... :)
Che poi, nella più favorevole delle ipotesi, va a finire come scriveva l'autore russo Tolstoy: la felicità suprema è scoprire, alla fine dell'anno, che sei una persona migliore che all'inizio. Un saluto.
Grazie per aver letto e commentato questa riflessione, Fanta, Eriot, Gabry, Dani e Daniela. Prendo in prestito una frase di Gabry: "Accettare i cambiamenti". Riusciremo mai ad accettare (nel profondo) i cambiamenti?
Devi fare di tutto per guarire da ciò che ti deprime, amico Vincent! Quando non avrai, finalmente, questo senso di vertigine, comprenderai che la vertigine viveva in quel malessere e non nel passato! Scusami se mi sono permesso. Tvb! Profondo testo. Ciao caro.
La guarigione è anche cercare di ricostruire, con i pezzetti del puzzle di cui siamo fatti, l'immagine più semplice, chiara e nitida che ci possa somigliare. Ciao Sir Morris, grazie e buona domenica.
Quando comparvero le prime macchine fotografiche bellissime dove l’operatore doveva nascondersi dentro un telo nero e guardare l’ obiettivo e faceva stare tutti fermi senza respirare per un minuto ...ebbene quando comparvero queste prime macchine e gli operatori andavano in giro per l’ America a fotografare, gli Indiani d’America si ritraevano e non volevano essere fotografati perché dicevano che quel marchingegno avrebbe rubato loro l’ anima...anche al giorno d’oggi alcuni e non indiani credono ancora ...chissà...magari c’è una molecola di verità ...comunque una cosa è certa: la fotografia ferma inesorabilmente il tempo...dietro quel clic l’ equazione di Einstein sprofonda in un buco nero...
Esatto Rom, è una cosa che mi mette paura...non so come facciano gli altri a esaltarsi con i social network.
l'osservazione di rom è giustissima...le fotografie, le immagini in genere fermano il flusso della vita ma nessuno è capace di resistere, tutti vorremmo trattenere e rendere eterno quello che proviamo, fermare per esempio il viso di una persona cara...argomento che meriterebbe pagine e pagine per le implicazioni che ha...
Vero Art, è un argomento che dovrebbe essere esteso, io ho solo abbozzato qualche tratto.