trascinandomi in avanscoperta
la sera di tempesta
assistevo il mare
che dava di fuori
e non era brezza
bottiglie
avanzi di plastica
alghe
monnezza
baveri alzati
mi dicevo
danzerai sull'arcano
mondo strano
sollevando
le membra
dal letto di morte
per sputare
una vomica
di schifezza
così
indimenticabile
tornando
dalla passeggiata
controvento
la tua figura strana
incerata di tutto punto
impermeabile
da lupi di mare
sussurravi
bagnata fradicia
faccio una doccia