Le gambe che non reggono.
la testa che ciondola.
lo sguardo in un altrove lontanissimo,
dal quale proviene flebile
un disperato, ultimo, sussulto vitale.
tirato a forza,
con quel po’ che resta.
ma loro non cambiano.
no, loro non cambiano.
nulla ricorderanno.
nulla si porteranno dentro,
di tutto questo.
breve ormai l’ossigeno,
per uno spietato sgomento.
e in questa asfissia,
tutto l’orrore
di un'insostenibile verità.
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