Ho letto alcuni commenti ad una poesia e si parlava di pace e sicurezza, Queste due parole mi han fatto riflettere. Non tanto la pace che, se riferita al "dentro" è collegata con la paura e al sistema nervoso ma anche agli stimoli esterni e ad uno stato di equilibrio che siamo riusciti faticosamente a raggiungere.

Per quanto riguarda la sicurezza, quando ci sentiamo veramente sicuri o al sicuro? I momenti in cui mi sono sentito sicuro o al sicuro sono stati principalmente durante l'infanzia. Ero sicuro che i miei genitori fossero stati in grado di proteggermi da tutti i mali e per questo mi sentivo quasi invulnerabile. Ad un certo punto la sicurezza inizia a vacillare. Intorno ai venti, venticinque anni stavo al massimo delle mie sicurezze, nel mondo c'erano attentati, guerre, malattie, terremoti ma pensavo che niente di tutto questo potesse minimamente sfiorarmi. Ero sicuro e sentivo questa protezione invisibile avvolgermi quasi completamente.

Poi, in modo molto brusco, le cose sono cambiate. Ora, penso che bisogna essere abbastanza fortunati per non incorrere in qualche guaio, giornalmente. Se mi metto a pensare agli orrori quotidiani, ai dubbi, alle paure, ai chicchi di grandine grossi come meloni, eccetera, allora un fragile e dignitoso equilibrio si spezzerebbe. Se adesso mi sento sicuro e al sicuro? Assolutamente no. Se cerco la sicurezza? Sono consapevole che la sicurezza non esiste e come si può cercare qualcosa che non esiste? Però, nell'invisibile, avverto un sorriso che mi conforta nei momenti più difficili, una mano tesa che potrebbe ammorbidire o affievolire gli esiti di una tragedia.

considerazioni dalla lettura di: "Oh come dire oh"