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Pubblicata il 17/05/2021
Cascata di specchi, note di notte
la nostalgia muta accorda l’esteso
acquoreo velo generatosi piano
epifanico pianto d’antico fiume.
Freme l’accordo e struggente l’invoco
a sponde aperte con labbra sultane
scava faglie d’alchemico seme.
Esoteriche cortigiane, le ore sospese
dragano avamposti d’altari dissepolti
ospiti d’estri tesi a ridisegnare
impetuose trame di liturgia fetale .
Io cerco tra mille corrieri il tirante
la voce sotterranea d’istanze
l’antica malia danzante, il passo a due
che culli fino a fremere vallo.
Lega l’incanto a l’appena volto
cuore d’occulto rigoletto
aperto ad aurorale fiotto.
Improvviso s’avvolge cava
la casa del tempo nell’etereo
flusso acciecato di sogno.
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