per quanto possiamo fare, anche stordendoci, non sfuggiamo a noi stessi,mai….Viviamo su una corda tesa tra due montagne e chiudiamo gli occhi pensando di essere altrove, ma siamo lì... conferma ulteriore della tua intelligenza e sensibilità, oltre che della tua bravura
La lettura silenziosa accompagna quanto e più delle parole. Insieme sono comunque di gran conforto e in questa tuo dire le hai dosate in maniera egregia. Grazie Virgilio.
Siamo lì, Ciro, a scavare e riempire, riempire e scavare sino a che le dita e la mente faranno i calli al dolore stordendolo ma non cancellandolo. Perchè no, non vanno via e forse è giusto sia così. Fluiranno le cose, i tempi e le persone, aprendo sicuramnete altri orizzonti che vanno oltre la rassegnazione, per non perdere l'equilibrio del vivere, ma chi ha trovato l'essenza di noi resta lì.
Ciao Renato, facendo un giro nei tuoi testi di bellezza e suggestione ne ho potuto apprezzare non poco. Grata per il tuo intervento.
L'anima è uno scrigno dove conserviamo tutto ciò che di prezioso nel tempo abbiamo accumulato, Luisa cara, e lo apriamo e chiudiamo da soli quando il bisogno si fa pressante. Nessuno a condividere, non c'è spazio perchè il vissuto, quel tipo di vissuto, è estremamente personale. Ma c'è la poesia e lei, per fortuna, è collettiva.
Soffermandomi sul tuo ultimo intervento...nessuno a condividere...infatti trovo questa poesia molto intima, un voler cercarsi dentro quel mistero che forse è il nostro più fedele alleato.
La libertà dal bisogno di dimenticare e la necessità di ricordare... hai letto a modo tuo, Bianca, e somiglia molto, davvero molto al mio. Grazie.
Tocchi con acume e rigore poetico l'elemento centrale di ogni memoria. Non va, non può andare, se non portando via noi stessi. Una conservazione, forse un'autodifesa?
Rileggo le vostre osservazioni, Vincent, ognuna a modo suo influente accanto a questo mio scritto. In particolare tu parli di un fedele alleato citando il mistero. Lo è, a mio parere, proprio perchè insondabile anche al proprio intelletto. Grazie anche a te.
Ecco il cardine della questione, Valerio. "Se non portando via noi stessi": qui riassumi quello che l'esperienza mi ha insegnato e quello che gli altri autori in maniera personale ma tracciando un preciso, unico cerchio, hanno evidenziato. Allora, portandoci via, smetteremo di scavare e riempire la nostra anima in piena libertà, dentro il mistero di una vita che, a ben osservare, è comune a tutti. Lieta del tuo passaggio.
Paradossalmente sono proprio loro a fare da emòstasi, impedendo l'emorragia. Nessuna mediazione, non vanno se non insieme a chi ne raccoglie per intero la gioia e il dolore. Grazie Daniela.
Come tu citi per non perdere l'equilibrio,forse avremmo bisogno di un trasformatore che attenui il dolore ma che elevi le gioie ,per chi ancora vive nella profondita' dei due Mondi che fanno parte sempre di un Mondo unico che io chiamo umile Esistenza oppure transito in Vita,Un Saluto
Forse avremmo bisogno di quel trasformatore Gpaolocci, capace di mutare il pensiero fisso che ci riempie l'anima in parole liberatorie, inviate a quei due mondi che, come bene hai inteso, sono unicità. Comunque sia Esistiamo in vita e loro in noi, dobbiamo farcelo bastare. Un grazie e un saluto.
Non va via, il suo percorso è un percorso determinato, , drammatico, un procedere con alti e bassi in una direzione chiara, un andare verso il proprio io.Molto amara questa tua. Quel che conta, credo, è come si porta, si sopporta il dolore, perchè se si riesce a mantenere intatto almeno un pezzetto della nostra anima, sarà sicuramente meno crudele. Saluti.
Hai ragione Ninetta, bisogna mantenere nel nostro animo la capacità di godere dei singoli momenti di bellezza che ci vengono concessi e, se non avviene per caso, cercarli e farli propri orientandoci nel cammino. La via giusta c'è di sicuro, quel che è difficile resta trovare l'auto determinazione... Ma ci proviamo. Grazie per il tuo passaggio.
Be' "l'auto determinazione" è un modello su cui qualche casa automobilistica credo stia lavorando... Chiedo venia e correggo in autodeterminazione.
Complimenti, la poesia è molto bella. Sembra leggervi una assenza presenza che permane.
Leggi bene, Ornella. Che permane... e trovandone la giusta dimensione interiore dà un senso di quiete alla vita. Grazie per il passaggio.