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Utente eliminato
Pubblicata il 12/05/2021
Leggo il tempo
invano trascorso
sui volti delle madri
che nell'incoscienza
mi furono coetanee,
scolpiti ora da quella vita
che smargiasso disertai,

dalle voci già mature
delle figlie così simili,
ma delle giovinette che furono
spesso ancor più belle,
ascolto la mia condanna,

giacché senz'abiezione
ad esse affine mi sentirei,
se empatia saettassero i loro sguardi,
ma nemmeno della soggezione mi degnano,
che timido ragazzo agli adulti riservai,
ma piuttosto sufficienza,

quasi, oltre all'evidenza del declino,
all'istante conoscessero
che più non v'è giovinezza alcuna
nel futile mio spirito,
fanciullo e rugantino.
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