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Pubblicata il 06/05/2021
Notte insonne, agitata, dormiveglia.
Sopra uno scoglio esposto ai venti,
Io, pendaglio nell'aria luccicante,
computavo cifre come rosario o ghiaia,
tramutavo sillabe in flogisto.
Era possibile in quell’alba alcolica
immaginare un’algebra di anime
che rivoltasse realtà banali,
segasse gambe ad ogni sedia,
ad ogni tavolo.
Poi scesi verso il mare argento,
attratto da un’algale cespuglio solipsistico
all’aggetto di torridi basalti sovrastanti.
Volli essere infimo barlume di vita
accanto a quell’alga inconsapevole
e mi aggrappai ai rami di un passato
antico, lacerandomi le dita e intanto
dissi “scatta, svegliati !” e sorridevo.
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L'anima è veramente algebra. Ciao.

il 07/05/2021 alle 16:33