Forte odore di sterco e di letame
ai piedi del tendone,
dove si vende zucchero filato
e si presta attenzione
ai numeri del circo e le sue trame,
narrate a mozzafiato
dall’uomo con il volto colorato.
Lui è il pagliaccio dai sorrisi accesi,
parla in un modo strano,
prima veloce e dopo piano piano,
incanta i piccolini che sorpresi
si piegan dalle risa e vengon stesi,
da quel pagliaccio un poco irriverente,
coi piedi enormi e buffi,
sguaiato, in bocca ha perso qualche dente,
dal naso fa gli sbuffi.
Però il Signor Pagliaccio oggi nasconde
una tenue tristezza,
e cola un po’ di rimmel dai suoi occhi,
cadon lacrime a fiocchi,
appare in lui una sorta di cupezza
e tanta tenerezza.
Pagliaccio, il tuo saluto sgangherato
fa ridere i piccini
ma dentro il tuo profondo si è ascoltato
il suono languoroso dei violini.
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