una fitta nebbia avvolgeva tutto, tutto intorno a lui,
difficile orientarsi fra ombre che vagavano incerte,
marciapiedi di figure anonime nella mente sfinita.
baciando baciando, baciando le mani!
ordini perentori partivano da megafoni sparsi ovunque,
sotto forma di Media di regime, di media bassa, e scarsa,
come era scarsa la loro attinenza alla veritá,
ed il loro orizzonte morale con la comune decenza.

baciando baciando, baciando le mani,
sudditi docili e mansueti come tante scimmiette,
per compensi da fame, per arrivare a fine mese,
baciando le mani, perché non si sa mai,
perché anche quel poco potrebbe mancare.
baciando le mani che ti affamano e avvelenano,
il piede che prende a calci le generazioni future,
il tutto nascosto da una valanga di menzogne e di insulti
che lo portavano ad amare i suoi carcerieri,
gli stessi che rendevano la sua acqua imbevibile,
l´aria irrespirabile, il suolo arido ed incolto,
di allevamenti lager e macellazione intensiva,
e pezzi di sofferenza animale spacciati per cibo.

pezzi di un ricatto spudorato, sfacciato e indecente,
con cui il Potere stritolava i suoi sogni e i desideri,
sempre, sempre, baciando le mani.
decise un giorno di ribellarsi a quel terrore,
sorrise alla folle idea, folle come il suo No urlato,
seguito dal rumore di un monitor rotto a pezzi.
fiero guardava le sue mani sporche di sangue,
di un pazzo nella sua cella, pazzo in isolamento!
i carcerieri erano gli stessi, gli stessi di sempre,
ma finalmente lui si sentiva libero come non mai.

si vedeva salire, salire fino alla cima di un monte,
in alto aprire le braccia ehhhh girare, girare, girare,
alzare la testa ehhh respirare, respirare, respirare,
ehhh finalmente guardare oltre...oltre...oltre,
oltre se stesso e le miserie di quella vita passata!
passata baciando baciando, baciando le mani!
e di una insofferenza ormai finita.