sono piccoli come spilli
direbbe un naufrago nella dolcezza
il sentiero è franato
in bolle di sapone, sopra la scogliera
bisbigliano i ricordi
su una spiaggia folta di conchiglie
ne prendo una per telefono
mi risponde l'anima dentro
in mezzo alle onde che salgono
che tirano schiaffi di dolore
ma c'è un fondo di verità
nella sofferenza
la vita non insegue il tempo
ma l'aspetta, come un giardiniere
sopra un albero di pesco
la preghiera è solo una paura
la senti la gentilezza evadere
forma delle dune sulla sabbia
la gente sgomita, si fa le calze
importuna come un gatto vicino al pianto
e le chele di un granchio si stancano
alla vista di squame che mutano
senza petali nell'aria
ma bigodini assorti dalla finestra
fanno primavera come la festa
dentro un prato trovi l'indecisione
perché non scrive sopra le righe
uno stelo pallido di giunco
i crateri si aprono solo d'inverno
ora arriva la mia estate
ho gessetti colorati dietro il cancellino
e una lavagna costruita senza sipari biondi
ho sentito la tua mano fatata, sa di gelso
ti ho mai detto che sono entrato dentro
dalla porta d'accesso di questo universo
solo per vedere le note muoversi
i filamenti staccarsi nelle grazie del vento
e poi c'eri tu, indifesa per questo mondo
così pura per le pietre che rotolano
ora sei tu la chiave per uscire
abbiamo dieci costellazioni lasciate incomplete
siamo pennello e vernice di un giorno elegante
vuoi dipingere spighe di grano nel cielo, con me?
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