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Utente eliminato
Pubblicata il 11/04/2021
Ogniqualvolta
intiepidisce l'alba
la carezza del dolce Maggio,
e luce gentile
di gioiosa speranza
dipinge la mia strada,

o, a cavallo fra Settembre
e la spesso limpida Ottobrata,
dalla santa frescura
all'umida tortura estiva
azzurro, sospirato sollievo giunge,

della lordura immemore
per la città mia sacrale,
ormai più che stupenda, misera,

ampio ventaglio piumato
d'airone bianco
ancor più fortemente
vorrei fra le mie mani
deponesse il vento,

affinché il lezzo dileguasse
dei miei stessi flati,
dai miei pensieri la flatulenza,

che in grotteschi incubi
cangia i sogni di seta,
nel sonno e nella veglia.
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