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Pubblicata il 04/04/2021
Più volto, volgo, volto lo sguardo
oltre il confine,
verso la direzione del vento,
tra gli aquiloni del cielo e il rumore delle onde,
guardando il riflesso dell’uomo che fui.
Lemme lemme, l’orizzonte si fa scuro,
la spuma si fa neve,
lo scrosciare della pioggia
galoppa velocemente
le ore del giorno.
quelle ore, piccoli biasimi indolenti
piccoli frammenti incastonati
di odore, di sapore, di colore.
poi venne il mattino,
senza dire una parola
come un dolce risveglio,
da un raggio di sole,
vestirono l’albore della pelle profumata,
candita in tutto il suo splendore!
con passi silenziosi, quasi titubanti,
giunsero alla mia porta,
biancheggiando il risveglio indolente,
sussurrandomi bianche parole.
fianco fianco, bussarono,
timidi infanti che
palpitavano come teneri lattanti.
mi guardarono con gote rosse,
con ardore e prepotenza, portando
non una lacrima con sé, non un lor pianto,
ma dondolando la culla del loro canto.
allor sentii, un sottile fremito danzante,
che fiaccolava di qua e di là,
sotto gli occhi del cielo e le carezze del vento,
un vento buono,
sibilando sotto voce, aspettando
ancora una volta il mattino!
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Molto bella e serena

il 06/04/2021 alle 09:32