Gorgoglia il fiume
di ferro e plastica tra la fretta
e la musica
e le pietre pronte
in tasca.
non ho dubbi
sul respiro ancora lì
mondato da domande petalo
tra equazioni di vetro a specchio.
tutto troppo pronto
o lucido, tra lo smog
e il sussurro arso
dalle nostre ire.
io so il mio fiore
che vince l'asfalto e i vestiti
inutili;
io so dove prende lo stupore
e ne fa terrore per gli abissi
troppo ansiosi di essere
qui, negli occhi.
mi porto solo una faretra
di vimini antichi
e li vi prendo sguardi
acuminati, per l'arco dei miti.
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