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Pubblicata il 17/03/2021
Solleva dubbi il torpore dei sensi
che si corica sugli alibi caldi
di risposte mai date
furtive
ignorate
forse le migliori
sul campo dei morti d'amore.

i larici dalle chiome malate,
pallore l'acqua del lago,
quasi come il mio viso, ora,
che il rossore abbracciava da sempre.

sulle camicie sbavi amaranto
di amori passati
sciolti in candeggine di povertà
tra saponi di lusso.

sovrasta di caligine, l'orizzonte
che piega sul mare
scossato dai venti
domato sulle asperità dell'onda
dai nervi protesi
e
digrigno di denti.

le miniere serrano ai picconi
incuranti del sole ancor alto,
rimandando i bagliori dell'oro
sul convesso cucchiaio dorsato,
impressione fugace di un male
che fugge
rifugge
alfine s'appanna

un treno riparte
e via l'altro,
meccanismi del tempo che va.
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bravo :-)

il 29/03/2021 alle 09:32