Il capo chino incontro al pavimento,
in mano il cellulare,
i pollici che vibrano all’unisono,
alla ricerca non san più che fare,
lo stomaco in rivolta dal tormento,
smile che sorridono,
manine blu al cielo ci deprimono.
E noi sempre più curvi, le parole
sepolte nella mente,
rapita e sopraffatta da quel niente,
morenti son le rose nelle aiuole,
lo stomaco che duole,
ci implora di cambiare con coraggio,
schiacciati nella stessa direzione,
ci hanno preso in ostaggio
quei tasti con la loro assuefazione.
Ed al pronto soccorso qui in attesa,
un uomo sta leggendo
dentro al bel cellulare ipnotizzante,
vicino ma distante,
sembra felice, invece sta soffrendo,
dal mondo sta fuggendo.
Di colpo, all’improvviso un imprevisto
zero è la percentuale,
alzando il capo chino ha poi intravisto
il sole giallo e ha detto -niente male-.