La giornata molto male è cominciata
(vedi precedente mio testo se desideri capire),
ma come meglio non poteva è terminata.
Evviva il Porto,
sia come vino che in altra guisa
gioia infinita dona,
ma anche dolore
per chi all'abuso s'abbandona.
A suo tempo
assai risero spennacchiati Aquilotti e Gobbetti
nel veder ubriachi fradici crollare i Lupetti,
ma talvolta troppo si ride
al punto di sgarrar la bocca,
tantoche' smaltir la sbornia amara
proprio ai Gobbetti ora tocca.
Sempre più incanutisce la Vecchia Signora,
malgrado la gran somma sperperata,
ogni anno più grossa è la pirlata.
Senza Cristiano
sol del Real o del Barca
si piegava allo strapotere,
ma da quando, pendolare e strapagato,
venne a posare da Narciso
fra le maglie bianconere,
inesorabilmente e di gran fretta
va scendendo la scaletta,
sempre prima dai piani alti dell'Europa
giù di sotto vien scaraventata,
oltretutto da squadrette
in cui gioca ben più d'una comparsa malpagata,
che però non s'allena dal parruchiere
e ai Divi del pallone versa e dà da bere.
Quest'anno io, non da solo, la camicia scommetto
che dalla maglia le verrà pure scucito lo Scudetto,
e per Torino delle mandrie degli Agnelli
non risuonerà euforica la vulgata,
ma piuttosto l'urlo feroce dei Granata :
"gobbi attenti, siam tutti delinquenti !".
E di questo passo verrà il giorno
in cui sarà ambito il risultato
di pareggio coll'Atletico Zagarolo,
a misura di fino a qual punto
l'orizzonte dei fedeli della Fiat
tristemente sia mutato.
Tutti i comici ormai tirano la cinghia,
senza speranza in disoccupazione,
non tanto per via del Covid in proliferazione,
quanto perche' la gente per le risate
con discrezione già s'imbratta il pantalone,
meramente a mirar del Pirla ogni volta l'esilarante espressione
che spontanea fa rima con
anvedi che faccia da "micione".
Vi saluto, evviva il Porto di Oporto,
e nondimeno l'altra squadra di Lisbona,
il Benfica, ancora più "buona".
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