PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 01/03/2021
Partiamo da Francoforte un po’ delusi. Siamo in quattro e ci siamo confrontati per tutta la giornata con i colleghi tedeschi, ma resta lo stallo. Avere a che fare con i tedeschi non è facile: alla creatività italiana corrisponde un pragmatismo analitico che, se non sei preparato, ti può spiazzare. Insomma l’incontro è stato un mezzo fallimento: bisogna lavorare ancora.
Prendiamo l’autostrada viaggiamo per un bel po’. Stufi e affamati usciamo ad Heidelberg in caccia di ristoro, ma è tardi e in Germania i ristoranti chiudono presto.
Camminiamo per il centro tra serrande chiuse e vediamo un grande cartello “Pizza!”. Ci avviciniamo e troviamo una finestrella nel muro attraverso la quale qualcuno vende tranci di pizza.
C’è una coda di studenti e noi ci mettiamo dietro di loro. Attraverso la finestrella si vede solo un piano con una pizza enorme e due mani che, con un coltello elettrico, la tagliano, la incartano e la porgono al cliente ritirando i soldi.

Quando è il nostro turno ordiniamo quattro tranci. L’inserviente ci sente e da dentro dice:
“Italiani? Occhio che è una pizza “emmerd...”
La cosa ci fa sorridere. Mangiamo la pizza sul marciapiede, con relativa birra analcolica in lattina.
E’ proprio una pizza “emmerd...”
Quando stiamo per andarcene notiamo che la finestrella chiude (sono le 23,30) e da una porticina laterale esce l’uomo che si incammina nella nostra stessa direzione. Rallentiamo.
“Buonasera, anche lei è italiano?”
“Si”
“E' tanto che è qui?”
“Quindici anni”
“Si trova bene?”
“Questo è un posto emmerd... e il capo è un omm emmerd...”
“Ma almeno ha un lavoro”
“Un lavoro emmerd... che non basta per vivere. Ora sto andando in un night a fare il cameriere fino alle sei di mattina, un altro lavoro emmerd...”
“Non viene mai in Italia?”
“Ma che vengo a fà al mio paese emmerd... pieno di gente emmerd..., non ho neanche una famiglia emmerd...”
poi saluta e si allontana.
saltiamo in auto e ripartiamo per rientrare in Italia.
che giornata emmerd...
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Questa è troppo simpatica, ciao Eriot.

il 01/03/2021 alle 14:17

Eh sì, la sfiga del singolo giorno, quando si confronta con quella sistemica (che, come osserva Genziana, dipende molto da noi stessi) passa in secondo piano. Nel tempo, nel nostro gruppo, l'allocuzione "emmerd" divenne un refrain scherzoso e un po' scaramantico...

il 01/03/2021 alle 14:40

in genere dicono che chi è del nord è più pessimista, ecco l'eccezione che conferma la regola...divertente

il 01/03/2021 alle 14:42

Un interessante racconto, Eriot! Quell'espressione avresti potuto mimetizzarla con la tua maestria! Non è da te!

il 01/03/2021 alle 18:17

Però Eriot, la birra analcolica proprio no! Non me l’aspettavo da te..ahah.. comunque sembra che la pizza fosse emmerd per maltrattare i tedeschi, no? E gli italiani sventurati..simpatico racconto, ciao!

il 01/03/2021 alle 18:52

Racconto troppo simpatico! Il poveretto scaricava la rabbia per ricaricare le pile, magari aveva pure una laurea sulla groppa ...come molti giovani d'oggi.

il 01/03/2021 alle 19:02

Grazie amici. Ho scherzato un po', ma ogni tanto ci vuole. Sir: ci ho provato, ma non ho trovato un'espressione più efficace di quella originale...Mark: non conviene, in Deutschland, farti trovare su un marciapiede a mezzanotte con una birra alcolica, a meno che non sia l'Oktoberfest!

il 02/03/2021 alle 08:55

Un tipo fatalista...che ci sguazza dentro...ha ha ha, piaciutissima

il 02/03/2021 alle 09:01

Cavolo, ma in che senso non conviene? È pericoloso? A che periodo risale questo racconto? Se posso saperlo, io ho visto solo Berlino e Monaco per l’Octoberfest..

il 02/03/2021 alle 13:21

Grazie Mal e Vir. Sì, Vir, nelle mie frequenti puntate in Germania di emigranti ne ho visti tanti, ognuno con la propria sofferenza. Ora credo che la cosa sia cambiata, chi è rimasto si è integrato e vive (più o meno) serenamente. Ricordo che feci un viaggio di ritorno in treno insieme a un pugliese che lavorare alla Ford tedesca. Mi disse che guadagnava il triplo di quando lavorava alla Fiat con la stessa mansione. L'emigrazione è stata certamente durissima per molti, ma qui da noi non avrebbero potuto uscire dalla povertà. Colpa della nostra insipienza e debolezza strutturale. Mark, non so adesso, ma ai tempi in cui andavo là (anni 80) era proibito consumare bevande alcoliche all'aperto dopo una certa ora...

il 02/03/2021 alle 14:33

Immaginavo ti riferissi ad un periodo lontano, però alla fine non sono nemmeno così lontani gli anni 80..pensavo prima, io sono stato dagli inizi del duemila e non ho trovato questo “proibizionismo “..un saluto.

il 02/03/2021 alle 17:46