...che la nebbia si svesta va bene...ma se appare una maschera orribile come quella è meglio che si ricomponga...però si potrebbe dipingerle, quelle righe...parliamone...
Arciermetica maledizione, ma ci provo...Allora la nebbia è nebbia fino a che non appare l'uomo, simbolicamente è il caos, l'acqua primordiale che noi chiamiamo il nulla, la matrice di tutte le cose, al contatto appunto la nebbia si "sveste", appare il mondo. Dieci è il numero della caduta, secondo la Cabala è Malkuth, è l'apparizione dell'uomo sulla terra e del mondo così come lo vediamo, con tutte le sue contraddizioni e soprattutto sottoposto alla legge dei contrari. E qui c'è la crepa, appunto, la caduta...Dal mio punto di vista è come se questi versi ti fossero stati ispirati, e quindi è una poesia meravigliosa, non solo perchè bella
quasi quasi ti dico di si, così lo rifai e ci facciamo un sacco di risate..:)
allora, c'è aug che è la donna barbuta, rom che ha la barba che gli fa da sciarpa, io con la barba lunga quanto una domanda...ma tutte ste barbe stasera? :)
La nebbia perde il suo potere quando si dirada! Ecco le crepe di un volto che sembrava intatto! Brava
I tuoi titoli possiedono sempre quel quid che apre le porte alla poesia. Il trifoglio, simbolo irlandese e della città di Boston, ma anche della fertilità.
Nel linguaggio dei fiori il trifoglio simboleggia la fertilità, al riparo quindi da una eventuale maternità. Basta comunque il contatto fisico a far diradare la nebbia dell' indecisione...il viso corrugato dai pensieri ma alla fine la crepa indica che ci si abbandona, si cede.Ma chissà... abbracci.
...Insomma, Rebellina, cerca di non scrivere più in questo modo sibillino altrimenti il sito si riempie con questo linguaggio colloquiale e si va a finire alle Calende Greche...; ciao!!!!! TVB - S.