Vele bianche
di mulini o lenzuola
fanno ala
al fondale
d'un teatro di provincia.
notte nuda
eppur vestita
di timidezza
o sogni troppo trasparenti.
galoppo lontano
cavaliere errante per amore
di Dulcinea
uscita a cena con
penelope e Arianna.
oltre l'orizzonte
la malinconia
è tempesta di sabbia.
il Paradiso è al di là del muro.
dall'alto dell'albero
sacro
serpente
sapiente
mi offro un assaggio di
conoscenza.
basterebbe solo un morso.
per pigrizia
o eccesso d'ironica follia
con cuspide affilata di freccia
sottratta a Cupido
spargo il sangue
dolce di mela
trafitta
rossa come cuore.
ormai secca
screpolata e stretta
è tempo di cambiare pelle
per rinascere
a me stesso.
© Massimo Apicella 2021
da: "Baci di luce sfiorano le labbra della malinconia"
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