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Pubblicata il 21/01/2021
Dal mondo
che gira per lavoro,
eccentrico amante
di una notte che cambia,
ricavo e invento
la serietà d’un valzer,
globalizzato
da volti diseguali
in una sfilata
scenica d’attesa.
sono del mondo
anch’io, un punto
di domanda
senza radici.
un’isola non isola
identica nei ricordi,
fatta di sale ignaro
d’essere stato acqua
di mare, gelosia ed odio.
e così,
a distanza di anni,
mi rivesto di furbizia
irsuta e consumata,
come flusso d’alghe
che coprono e denudano
gli elementi del corpo.
rinasce appena
quella sorpresa
che serra alla vita
il mondo,
un incanto del male
lustro del dolore,
protagonista contrario
del bene ignorante.
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