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Pubblicata il 19/01/2021
La musica degli avi è dolce,
se goduta nell'ora mia più cara;
e parlar d'occhi dilatati di splendore
è un balsamo ai miei divari.

almanacco sola coi miei riflessi,
se mi parli di un Settembre brinoso
ai piedi delle stelle, sull'altare
d'un marciapiede proletario; sogni.

ed ecco che, parlandoti, mi porti
a fondermi coi miei riverberi cremisi
e i folletti ricominciano a narrare
chissà quale storia, ch'hai già versificato.

le mie ghirlande mi vagheggiano
su un'isoletta amazzone, ed il suono
degli uccelli non m'è mai parso
tanto sincero e gentile; è l'ora più cara.

eremita bislacco, solo i miei riverberi
e il ricordo della musica degli avi,
non ricercherei più nulla, se non nove
parole con cui allietarmi, spassionata.

perché non provi a regalarti, anche tu,
parole d'amore e di castigo? Flagellandoti
coi tuoi solitari sospiri, giovinetta; conosciti
senza lamenti di ninfa e d'abbandono.
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