E l’oceano… l’oceano fa paura
quando devi partire
solo acqua che muove la nave
che ti vien da svenire
e la classe che ci hanno assegnato
è una terza insicura
mentre sopra si danza e si beve
di noi nessuno si cura
pane nero di segala e crusca
e un pezzo di niente
acqua sporca che puzza di marcio
e che chiamano tè
mentre io ero uomo di terra
e parlavo agli ulivi
più niente a cui aggrapparmi
solo pensieri cattivi
e l’America è un sogno lontano
che sta per finire
fra vomito grida e pianti
forse sta per finire
gli stracci che addosso portiamo
sono pieni di toppe
e l’odore cattivo che abbiamo
non è nostra la colpa
questo viaggio lungo e penoso
che non vuol terminare
questo mare agitato non sente
le nostre preghiere
nostalgia che circonda la mente
e ci strige alla gola
ed il caldo che è caldo rovente
e non accenna finire
in questa scatola di legno e di latta
che è solo un macello
i marinai ci guardan dall’alto
in questo sporco battello
non c’è pietà alle grida e alle febbri
fra il fumo il sudore
ed è questo che hanno chiamato
il mondo migliore
e l’America è un sogno lontano
che sta per finire
fra il vomito grida e pianti
forse sta per finire