PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 27/12/2020
Il trionfo dei tamburi in guerra,
ed il verdetto da loro annunciato.
odor di tamerice, in ogni angolo
di questa verdiccia grotta,
ed il sospiro di un'orda di folletti
ammaestrati all'atra delusione.

sapranno, i folletti, ammaestrare
anche me? Che paio la grotta
in cui cigolano gocce di sconforto.
incidere la stilettata con falsi
suoni, non m'acquieterà, meschina;
asservirà le lagne dell'uomo nuovo.

anche le parole, impotenti, saranno
serve dei folletti, padroni dei
diletti e dei tormenti d'ogni secolo.
eppure risuonano le sciagure
di un'anima alle strette con l'atro
squallore d'uditori privi di solennità.

come le rocce verdi, malate d'umidità
ed immobili dal primo Sole, le mie
parole in trincea con il silenzio
degli animi miei, seguaci e miserabili.
adesso è rosso e nero, il suono
dei folletti in festa, o forse in lutto.

nero come l'atro Universo, come me
misantropo, ed inesistente.
o la noia, cicuta degli immortali poeti.
rosso come il demonio che sente
entro ogni cuore scarno, e si ciba
di quel che l'uomo desidera e necessita.
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Ci sono grotte che hanno una profondità tale da non poter essere raggiunte. Nessuna orda di folletti a calpestarle. Laggiù per fortuna alcune anime trovano rifugio dal marasma. Bei versi.

il 28/12/2020 alle 10:47