PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 09/12/2020
Un bambino cammina, inciampa su
un sasso, non vede la strada, ma la
luce del sole lo acceca. È la stessa
luce che ognuno di noi non vede nei
momenti bui, come la notte che tante
inquietudini ripercuote sul nostro
animo.

sono venute dal passato, sono frecce di
fuoco che ci feriscono nel profondo,
rendendo la nostra vita triste, vuota,
macabra, frustante, insomma già morta,
perché questa vita così morti ci fa sentire.

luci ed ombre convivono su di noi come
nelle poesie e nella vita, immagini riaffiorano e ci mostrano l’esempio di come vorremmo essere, ma non siamo. Noi, noi esseri fragili,
che fragili non sappiamo di non essere, ma nemmeno ci sentiamo forti. Sembriamo bambini che guardano mezzi depressi e tutti malsani il cielo che ci sovrasta, portatore di luce che non vediamo, perché siamo

come specchi che riflettono la luce o la rifrangono, tramutandola in tristezza e la
assorbiamo, facendola diventare gioia che è
uguale all’alba e non alla notte o al buio delle tenebre o della luna
che rimpiazza il sole.
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