Passeggiata solitaria
era una giornata d’inverno verso l’imbrunire
la spiaggia era deserta, le onde contro la battigia
sbattevano dando l’impressione del rumore che fa
l’artigiano quando impala la ghiaia nel secchio.
la schiuma lasciata sulla sabbia sembrava
una danza da music-hall senza prima ballerina.
la luce dei primi raggi di luna schiarivano la spiaggia,
e in un attimo l’ira si balenò nello sguardo.
il sospetto del tradimento, la gelosia , la delusione.
le cave a cielo aperto dove nascondersi sono solo nei sogni,
il furore riempie lo spirito, e le alghe diventano tue amiche
tutto nero , rabbia e calcolo. Solo fantasmi
e i ricordi riprendono , la moto , le corse ,
i motori che si sbiellano, l’asfalto difettoso, l’invidia,
i pensieri di saccheggiamento, e il tuo motto diventa
la corsa , la corsa le prove e il resto non conta . E poi l’ira.
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