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Utente eliminato
Pubblicata il 04/10/2020
l’alba tersa alle vele
chiama altre barche sul mare
al timone quest’attesa
e nello scafo
l’ansia di accostare

ricordi vivi
tirati nelle reti
naufraghi tormenti perduti lontano
voci del tempo dentro la stiva
onde nella memoria e alla deriva
che sulla spiaggia rivoltano sassi
conchiglie e pensieri strani

pagine libere
quei gabbiani aperti al sole
e all’argano tiri una mente in secco

sa di sale e amaro
il ricordo di chi non torna
mai davvero
quando a sera le nostre donne
stendono sul tavolo
tanta solitudine
e apparecchiano
la notte profonda nei vicoli
dove i vecchi all’ultima pesca
stanno fissi

tu che torni
dal tempo vinto
come un sogno perduto
al convento nostro beato
racconta la tua storia di tanto mare
ascolta la voce di chi è perduto

portami un gioco
che hai da tanto lasciato nel cassetto
un sorriso ultimo
in fondo alle rughe dure
prima di bucare
la fodera

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dopo 50 anni ritrovare quella antica giovinezza fa bene, ma quanta sofferenza dentro...cari compagni rimarrete per sempre nei miei ricordi più cari....
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È un'atmosfera che in qualche modo mi appartiene. L'umanesimo, Virgilio, quell'umanesimo che non può e non deve morire. Dico "che bella", solamente, ma sentito.

il 04/10/2020 alle 23:52

Forse è la più bella poesia che abbia letto della tua produzione. C'è un respiro profondo che sa di mare, di memoria e (come dice bene arlette) di umanesimo. Leggere una poesia così di primo mattino è un'iniezione di fiducia sulle qualità dell'uomo, in questi tempi tormentati.

il 05/10/2020 alle 07:53