Nudo, duro e crudo quel "no", che segna la fine di un racconto iperrealista, uccide sul nascere qualsiasi aspettativa di redenzione. Del resto, nelle pagine più scure della storia, ci sono vittime sono ovunque, da una parte e dall'altra del muro. Il tempo come medico a volte fallisce
Hai espresso con chiarezza quello che penso anch'io. Grazie per il commento.
Ho dovuto bere parecchio dopo aver attentamente letto! Uno scritto, dovuto, come testimonianza dell'ingrato ghetto! Sempre prezioso, ogni tuo racconto, Eriot! Sei prerfetto!
carnefici che diventano vittime, vittime che diventano carnefici, quante volte è successo, quante volte risuccederà, quando latita la coscienza(quasi sempre) tutto si ripete e regna la necessità...piaciuta
Grazie Sir e Arturo. Ho avuto la fortuna di vivere una vita molto intensa e aver vissuto molte esperienze. La cosa curiosa è che solo ora, ripercorrendole con la memoria, mi rendo conto di quanto, molte di esse, avevano da insegnarmi. Sarà che la vita tambureggiante non mi lasciava il tempo di lavorare, sarà che la consapevolezza derivante dall'età fa capire cose non capite prima, non so.
Quel "no" finale è una mazzata che fa riflettere sulla natura umana e su quante cose non sappiamo gli uni degli altri.
Pardon: lavorare= elaborare. Grazie Vincent. Quel "No" mi colpì parecchio.Tra l'altro il giorno prima ero stato a Wietzendorf (che non è distante da Bergen Belsen) dove era stato internato mio padre per due anni nel famigerato "Oflag 83". Lui mi aveva raccontato che alcune persone (la minoranza) erano proprio così, convinte e spietate.
Lettura che riporta in superficie gli orrori vissuti nell'ultima guerra e, soltanto quelli di una certa età possono raccontare perchè mai dimenticati... io sono tra questi...bellissimo e toccante testo...ti leggo volentieri.
Una esperienza raccontata tanto bene da far rivivere un passato dagli svolti indimenticabili...