Mio padre fece l'esame da geometra nel 1926. Lo scritto di Topografia (mi pare) poneva il problema di calcolare l'altezza di un monte a partire da alcuni dati forniti.
A mio padre il monte risultò alto 40 km. "Non è possibile" pensò, e rifece i calcoli, poi li rifece e poi ancora. Niente, sempre 40 km.
Consegnò lo scritto con la morte nel cuore. Il risultato era giusto.
Io ho fatto la maturità scientifica nel 1965. Per lo scritto di matematica c'era da calcolare una certa curva e quindi tracciarla. Mi venne in un certo modo. Poi, sottobanco e per vie traverse, cercai di confrontarmi con altri. A loro veniva diversa (simmetrica rispetto all'asse delle ordinate). Rifeci e rifeci i calcoli. Mi veniva sempre la stessa curva. Non potevo consegnare uno scritto con una curva diversa da quella che veniva fuori dai miei calcoli e quindi consegnai, abbattutissimo.
Il risultato era giusto perché, per come erano stati forniti i dati, si potevano avere due soluzioni simmetriche. Anche sui giornali, il giorno dopo, scoppiò un mezzo pandemonio.
Cito questi due casi che ben conosco, perché è all'ordine del giorno leggere di concorsi, esami e altro con testi di problemi sbagliati, male impostati o contenenti gravi errori.
Non da oggi mi chiedo: ma è mai possibile che un team che ha questa incombenza lo faccia con tanta leggerezza? Queste persone non svolgono il problema? Non lo esaminano più volte da cima a fondo?
Nessuno chiede loro conto del lavoro fatto? Non ci sono conseguenze?
I mali della scuola (non tutti, ma i più pesanti) arrivano, e sono sempre arrivati, dall'alto.
(ps Sia chiaro: non mi riferisco alla situazione attuale, che ha caratteri di emergenza e di eccezionalità particolari)
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