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Pubblicata il 17/09/2020
Mio padre fece l'esame da geometra nel 1926. Lo scritto di Topografia (mi pare) poneva il problema di calcolare l'altezza di un monte a partire da alcuni dati forniti.
A mio padre il monte risultò alto 40 km. "Non è possibile" pensò, e rifece i calcoli, poi li rifece e poi ancora. Niente, sempre 40 km.
Consegnò lo scritto con la morte nel cuore. Il risultato era giusto.

Io ho fatto la maturità scientifica nel 1965. Per lo scritto di matematica c'era da calcolare una certa curva e quindi tracciarla. Mi venne in un certo modo. Poi, sottobanco e per vie traverse, cercai di confrontarmi con altri. A loro veniva diversa (simmetrica rispetto all'asse delle ordinate). Rifeci e rifeci i calcoli. Mi veniva sempre la stessa curva. Non potevo consegnare uno scritto con una curva diversa da quella che veniva fuori dai miei calcoli e quindi consegnai, abbattutissimo.
Il risultato era giusto perché, per come erano stati forniti i dati, si potevano avere due soluzioni simmetriche. Anche sui giornali, il giorno dopo, scoppiò un mezzo pandemonio.

Cito questi due casi che ben conosco, perché è all'ordine del giorno leggere di concorsi, esami e altro con testi di problemi sbagliati, male impostati o contenenti gravi errori.
Non da oggi mi chiedo: ma è mai possibile che un team che ha questa incombenza lo faccia con tanta leggerezza? Queste persone non svolgono il problema? Non lo esaminano più volte da cima a fondo?
Nessuno chiede loro conto del lavoro fatto? Non ci sono conseguenze?

I mali della scuola (non tutti, ma i più pesanti) arrivano, e sono sempre arrivati, dall'alto.

(ps Sia chiaro: non mi riferisco alla situazione attuale, che ha caratteri di emergenza e di eccezionalità particolari)
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Le solite persone incompetenti e distratte che si mettono a casaccio dove capita? Qualche rara volta, anche nella politica e nella sanità, direi.

il 18/09/2020 alle 07:19

Cifoli?

il 18/09/2020 alle 19:56

Ti capisco Ben. Ho utilizzato (volutamente) una parola di razza longobarda ancora in uso in molte aree del nord. "Cifolo" significa "mal fatto", "sbagliato", non funzionante" e così via... E mi fai venire in mente che noi italici veniamo quotidianamente informati sulle allocuzioni della lingua napoletana, romana, siciliana, mentre poco o nulla si sa di quella piemontese, lombarda, friulana, ugualmente ricche e articolate. La colpa è la nostra che non ci apriamo agli altri come dovremmo. Siamo cifoli.

il 18/09/2020 alle 20:37

Altro che ciofoli, qui si fa cultura! Alla faccia della letteratura! Un caro saluto, Eriot! Molto bello il tuo racconto!

il 19/09/2020 alle 18:41

Grazie Sir!

il 20/09/2020 alle 10:31