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Pubblicata il 09/09/2020
di greggi cammelli cavalli
(Testamento in tre movimenti)
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(Primo movimento)

finito il pacifico andamento del gregge
cammelli e cavalli tacciono in un vortice
di silenzio, necessari come poesie dimenticate.
(Le strade spariscono sotto coperte di sabbia...)
plotoni di androidi rispettano le precedenze
e smettono di vorticare le gambe davanti alle tristezze.
tutti gli uomini ammucchiati in Piazza delle Assenze:
tutti gli uomini sani in un lungometraggio
dove ognuno può spegnere lo splendore del giorno:
poi più niente sarà prosciugato per sempre
dall'urlo insolito delle tebebre.
(La corsa dei cammelli rimbalza nel silenzio delle dune...)
sulle piste lontane dirottano il traffico antico
come se la volta precedente tutti avessero camminato
circondati da eremiti danzanti:
terrore ed estasi non sono la misura dei secoli.

(Secondo movimento)

"Quando ognuno di voi sarà moltiplicato per quattro
guarirà dall'odio, dall'invidia, dal potere, dal sesso:
soltanto agli animali sarà dato lo stesso!
pentitevi all'urlo demoniaco del Dio!"
(Cammelli, cavalli e greggi sublimeranno i precipizi...)
arriverà, vestito di ermellini,
parlerà con la voce suadente e vellutata,
libererà gl'insani dalla tortura dei manicomi,
con i piedi verso la notte soffocando i tramonti.
abbatterà bestemmiando l'acciaio degli androidi,
la sua faccia inguardabile fulminerà le astronavi:
"Sono l'Uomo!... Venuto a perdonare..."
gli ordinati plotoni di robots periranno
incolonnati fra i suoi occhi e i suoi passi.
(I venditori di cavalli attaccheranno le redini ai morti...)
si alzeranno dall'erba come fiori parassiti:
"Signore, non perdonarci: noi siamo la perdizione!
regala finalmente la gioia alle spoglie degli uccisi..."

(Terzo movimento)

il mare ci mise un millennio di millenni
a congelare le coste,
a ricamare le riviere in trame di cristallo:
a scrivere "Fu vita..." con lettere di ghiaccio
e aveva nelle onde il testamento del fuoco.
(Da un abisso di chilometri eruttò il suo rancore...)
in quei millenni di torpore gelarono i poeti:
nel calore del fondo si sciolsero gli ultimi canti:
la fabbrica degli androidi sparì sotto la neve
con i cavalli e i cammelli e il bianco delle greggi.
quella volta il dio aveva un mantello di nebbia...
fu assalito dai silenzi, dalle mute distese delle rive:
cadde, si liberò, fu abbattuto dai calci del gelo.
(In quale buio stupore avrà lasciato gli agnelli?...)
nella pace gemella delle forme divine,
fra montagne di neve, sprofondò il Paradiso.

(guga
da "rime rimuncole miserie E gatti A nove code...", 1997)
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Ragguardevole lavoro. A quale notaio l'hai affidato? Mi sento un erede:" nella pace delle forme divine". Ciao.

il 09/09/2020 alle 14:13

Questi racconti mi ricordano sotto altre forme Asimov , Piaciuto il trittico un saluto

il 09/09/2020 alle 18:04

Un gran bel lavoro!

il 10/09/2020 alle 09:11