PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 15/08/2020
Ripropongo un lavoro già pubblicato tempo addietro, ritoccato quanto mi sembrava necessario. Fa parte delle mie infinite "saghe" la maggior parte delle quali rimarranno nel cassetto perché valide solo per me...

Il rumore della guerra si avvicinava, gli uomini erano scappati quando il papà di Salj era stato impiccato all’olivo sulla curva per Viesna.
I soldati arrivarono sotto la pioggia e la mamma si mise davanti alla porta con gli occhi scuri, bella e ferma, come sempre.
La violentarono e la uccisero sul selciato di pietra dove si batteva il grano.
La nonna prese il pane, l’olio e il sale, afferrò Salj per un braccio e lo portò verso il fiume. La barca incastrata nelle canne scivolò a fatica nella corrente.
Salj guardò la sua casa nel buio ma vide solo fiamme gonfiate dal vento.
Il fiume li accolse, con calma.

Il sole sorgeva nella nebbia e poi tramontava, mai nello stesso posto.
Salj nuotava fino in fondo al fiume e i pesci, dapprima diffidenti, impararono a giocare con lui.
Facevano girotondo intorno alle radici annegate, lo portavano nelle loro tane, gli tiravano dolcemente i capelli. Quando risaliva sulla barca
si mettevano in fila e attendevano tutta la notte che ritornasse.

Il pane e l’olio erano finiti da tempo, Salj non aveva bisogno di mangiare, ma la nonna cominciò a star male e poi morì.
Lui la lavò tutta con cura, le pettinò i capelli e la adornò con una ghirlanda di narcisi d’acqua che i pesci gli avevano portato.
Cosparse la barca di fiori e si sedette in un angolo.

Il fiume lo cullava e il tempo che passava era fermo. Quando si sentiva solo parlava alla nonna e le raccontava le storie di Tolgut, quelle che lo spaventavano da piccolo.
I rumori della guerra erano cessati da molto tempo e a Salj sembrava che tutto il dolore e tutto l’orrore si fossero solidificati e fossero saliti
con lui sulla barca, per fuggire insieme.

La nonna diventava sempre più bella, le rughe scomparivano col passare del tempo, i capelli si facevano scuri e assomigliava sempre di più alla mamma.
Il fiume si era fatto grande e gli argini erano lontani, ma di notte si vedevano bene le torce di chi era sceso al fiume per vedere Salj e la nonna.
Quando la barca passava sotto i ponti la gente, in silenzio, gettava
petali profumati.

Cominciarono ad arrivare barche dai paesi lungo il fiume, ma nessuno
osava avvicinarsi anche se portavano pane e olio.
Si limitavano a seguirlo a distanza perché l’acqua era gonfia di pesci che sembravano creare un’isola nera e argento.
Ormai sulle rive si erano formate processioni continue di persone
che seguivano la barca. A tratti giungevano gli echi dei canti e il profumo dell’olio bruciato insieme all’alloro.

Giunse anche l’odore del mare, il fiume stava concludendo il suo cammino e aveva portato Salj all’inizio del suo tempo.
La nonna non c’era più ma la mamma cominciò a cantare la canzone
delle ragazze di Viesna e Salj potè liberarsi di tutto il dolore
e di tutto l’orrore, adagiandosi tra sue braccia.
Il canto si confondeva con quello delle persone lontane ed era ancora più bello e dolce quando Salj chiuse gli occhi e decise di ritornare
per sempre bambino.
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...Caro Eriot, scusa se approfitto della tua saga non solo per dirti che leggerti è sempre un piacere ma anche per farti sapere, sempre che non te ne sia già accorto, che il nostro nauta-poeta è arrivato oggi 15 di Agosto alle ore 23 e 45 a pubblicare 42 "poesie"... te ne segnalo una dal titolo "Due lacrime" ...ad un certo punto si leggono questi versi: "lei è volata via/sulle ali del veneto"...proprio così...non si prende nemmeno la briga di leggere i propri testi prima di inviarli alla pubblicazione...ciao, Eriot, pubblica pure le tue saghe...ben vengano...

il 15/08/2020 alle 23:52

Grazie Rom per la fiducia. Si tratta di componimenti un po' folli in buona parte risalenti al secolo scorso.... Per quanto riguarda l'altro discorso io la penso così: qui ognuno di noi, chi più chi meno, offre suoi sogni, i suoi fantasmi e le proprie elaborazioni del dolore, dell'amore... Qualcuno esonda, ma non è questo il problema (per me). Il vero problema è che PM non interagisce minimamente con alcuno e ciò dimostra che non è interessato all'impatto che i suoi lavori hanno sul popolo di ph. E fa un errore perché, qua e là qualcosa di buono (secondo me) lo mette pure. Poi mi pare un po' "intoccabile". Qualche giorno fa un utente ha scritto un pezzo, criticando il suo atteggiamento e il pezzo è stato immediatamente cancellato, e questo era già avvenuto. Non è stata invece cancellata la patetica tiritera pubblicata da PM sui suoi supposti successi letterari... Per cui, direi di lasciar perdere e attendere pazientemente che PM si stufi di usarci come lettori involontari.

il 16/08/2020 alle 06:24

Ricordo questo racconto...se un racconto si imprime nella memoria contiene di sicuro qualcosa di speciale. Ciao Eriot e un saluto anche a rom.

il 16/08/2020 alle 06:56

Questo racconto è di una bellezza letteraria unica! Un piccolo capolavoro da ripubblicare ogni tanto! Bravo, Eriot! Complimenti! Morris

il 16/08/2020 alle 12:38

Grazie Vin e Sir! Anch'io sono molto legato a questo lavoro.

il 16/08/2020 alle 14:06

La saga di Salj... non l'ho soltanto letto ma ,riletto...bellissimo racconto che riesce a toccare in profondità quel sentimento chiamato "AMORE " e che distingue l'uomo dagli altri esseri viventi... Caro Eriot m'inchino davanti alla tua grande sensibilità ,soltanto un cuore "umanamente grande" poteva scrivere questo testo...

il 16/08/2020 alle 14:59

Ti son grato delle tue parole, Gabri, non avevo dubbi che mi avresti capito fino in fondo.

il 16/08/2020 alle 15:08

Racconto soave.

il 16/08/2020 alle 16:23

Grazie Ben!

il 16/08/2020 alle 17:56

Le tue saghe sono valide per tutti, son solo per te. Tenerle nel cassetto è comunque una scelta individuale e pertanto non discutibile. Ottima penna, mente, cuore.

il 29/08/2020 alle 19:34

Il tuo giudizio, come sai, per me è molto importante, ti ringrazio per averlo espresso. Sì, le terrò quasi tutte nel cassetto perché ritengo che siano troppo rivolte a me, alla soddisfazione della mia fantasia, al mio bisogno di astrazione dei fatti per tentare di ricavarne elementi fondamentali. E' una corsia d'emergenza nella quale mi immetto se sento il bisogno di cercare qualcosa che sia il contrappeso di ciò che è visibile e palpabile. Dentro di me so che c'è, ma credo che non lo troverò mai.

il 30/08/2020 alle 11:03