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Utente eliminato
Pubblicata il 14/08/2020
Da colei solo
che in grembo mi cullò
e a luce espose,
finché potè
di tenero affetto fui avvolto,
e del me stesso
piena coscienza
ed amor proprio
in dono ricevetti.

Del resto la vita attraversai
al mondo invisibile fantasma,
per reconditi scopi o veniali fini,
con posticcio sorriso
dai miei dissimili
sempre accostato,
se non respinto o dileggiato.

Purezza nel cuore d'una donna
sol nel rifiuto o nell'indifferenza
triste intravidi,

ne' più m'illudo
d'indurre sincero umano afflato
pel generoso istinto naturale,
giacchè non dico amor,
ma gratitudine neppure
pecunia o cortesia posson comprare.

sempre fiducia mia fu tradita,
quasi quanto nell'intimo
senz'illusioni
me stesso disperato ingannar volli.

Come ciò accadde
io non so spiegare,
ma certo in me pure v'è del marcio,
fors'anche peccai d'orgoglio,
o d'emotiva aridità e avarizia,

sebbene più non valga pena d'indagare,
che paziente attendo di morire
ignorato in un letto d'ospedale,
non certo lieto,
ma nemmeno addolorato più di tanto,
poiché speranza in me
già s'è spenta,
senza la quale sofferenza langue,
e nulla quasi ancor mi lega a questa vita,

da cui cui ben poca gioia seppi trarre,
pressapoco nulla,
da quando a malincuore
mesto mi lasciò
il dolce mio conforto.
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