Gioia interdetta; un respiro troppo fioco
da poter riempire questi violini danneggiati.
un Mondo oberato in una inestinguibile
festività, il suo fine è insito nel suo stesso
principio; si sta solo applaudendo l'ovvio.
e Tu, che alla ricerca di qualcosa vai,
limitato dalle radici terrene, ancorato;
come non vedi i tuoi passi tumulati
nello stesso letame procreato dal simile?
stenditi e attendi la rivincita del già Morto.
un etere degno di questi strumenti riposti
nel lontano angolo delle nostre memorie
più remote, e represse; ci attende
da qualche parte in questa sconfinata area
ansimante, in cui la vita si ferma, d'improvviso.
lì abbracceremo le stelle, incandescenti, prostrati
nella coltre saturniana della nostra anima;
in balia delle onde, e del vento caldo
che ci rammenterà l'ossatura dei nostri dubbi
e delle certezze; vittime di questa gioia interdetta.