era un incanto
l'ultima sera
che ricordo fissa
ancora qui al davanzale
in cartolina affacciata
la luna sul mare
con i profumi dal giardino
il silenzio
dei nostri passi
fino al cancello
e di lontano
ascoltando le voci
dalla campagna
quello sguardo stanco
ad indovinare
come la mano tua
sul bastone a tremare
che sogno la musica
di rane e grilli
in sottofondo
all'arco d'estate
accompagnando
la nostra passeggiata
e sottobraccio
quanti ricordi
adesso
tengo a fatica stretti
scappano
e non li reggo
perchè attesi dal tempo
tu eri l'ultima verga
a tenere il gregge unito
il richiamo
a cui nessuno
opponeva diniego
eri la voce
del mare
che quando s'alza di notte
obbediscono i nembi tutti
pure il vento
gobbo di maestrale
che menava colpi sordi
su per la cappa
eppure sopiva
con le tue favole a letto
buonanotte adesso vecchia mia
che rimani col gallo
sui coppi a segnare la direzione
mi manchi sai
ma non eri solo mia madre
tu sei stata la donna al mondo
unico segno polare
di buon senso
che non riporta alcun manuale
me lo hai insegnato
nel mentre
della morte
cullato nel ventre
della vita
e porto oggi
che cado
la fronte dritta
di chi non ha paura
d'essere giudicato