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Pubblicata il 24/06/2020
ed ecco che la tua pelle così soffice,
come una pesca appena strappata
dall’elegante albero da cui è generata,
s’avvicinava assieme alla tua ombra
ancestrale, così piena d’affabilità
da sembrare quasi irruente, reattiva.

assieme ai tuoi assoggettanti occhi
che appresero il colore del buio
di questi secondi eterni, tremolanti,
era il tuo fare tanto scoperto, vicino
ai miei moti ottusi, stretti e rigidi.

quanto vorrei stendermi sulla stessa
coltre verde, su cui sonni profondi
la tua anima esplora, io carnefice
inquieta delle tue mani scomposte.

ma quanto il tuo bagaglio memoriale
riesce a lanciarmi verso queste percussioni
che la tua pelle soffice m’animava!
sembra quasi fittizio, ma mi abbandono
ad ogni fumento, e quindi m’abbandoni.

ed ecco che la tua pelle così soffice
come un fiore appena ammazzato
dal monotono gambo da cui è fomentato,
s’allontana assieme ai tuoi odori
fragranti, così pieni di rara maestria
da sembrare quasi irreali, onirici.
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