Dormono le parole,
quando ciò che vorrei
dire e gridare
non posso,
perché incomprensione,
derisione e pregiudizio
fanno male.
dormono le parole,
se spregevoli domande m’investono
ammaccando l’appena costruito
entusiasmo di vivere.
domande di gente
la cui ignoranza è nel suo sapere,
gente che nella saccenza sguazza
e che non può immaginare
quale sia il mio primo pensiero
del risveglio di ogni giorno.
e continuano a dormire le parole,
nella mia piccolezza d’animo,
nella mia inferiorità verso tutto,
verso tutti.
il sonno è delle parole,
giacché nella mia stanza
di luce crepuscolare
vorrei rinchiudermi
per dedicarle solo lacrime,
che imbrattano questo foglio
che umilmente si presta
per farsi prendere a pugni
dalla mia penna.
dormono le parole
in questo giorno in cui apprendo
che la mia età
ancora non è,
poiché in questa Vita
non sono mai nata
e per nascere, ahimè,
tardi è:
il tempo mi è stato derubato
dal dolore
che l’anima mi dannò
al mio primo batter d’occhio.
cassandra
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