incubi riusciti di primo livello
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dita magre sono rami intrecciati
dalla scorza ruvida nella penombra
della candela sopra il comodino
fioca come gli anelli di Saturno
alato messaggero ronza intorno
rumore di pianeti in collisione
soffitto screpolato ragnatele
prigioni di viandanti spaesate
la sfera irridente della roulette
nel cuore stretto delle clessidre
nelle rughe dei visi cartapesta
nel vociare fumoso dei croupier
fanali ai quattro angoli del letto
quattro donne più nere della notte
vecchie storie di antiche banconote
spese per una stanza disadorna
la fontana di sotto latra rauca
alla chiesa che intona il paternoster
ancora la roulette delle ore
gioca coi catenacci dei guardiani
le serrature sono tutte uguali
tutte col nero occhio spalancato
a fissare un assalto di bottiglie
vuoti a rendere prima dell’aurora
in corridoio frusciano fantasmi
lenzuoli dispari lenzuoli pari
in fila come macchine in garage
mezzi busti delle carte francesi
come fiume che corra alla sorgente
come fuoco che ritorni scintilla
come polla che si rifaccia lacrime
la notte affievolisce nella stanza
decapitate dalla ghigliottina
dell’attesa rotolano le ore
dentro il busto della Donna di Picche
senza preghiere senza croci esanimi
le geometrie degl’incubi riusciti
sfumano in parallele innominate
lineamenti contorni crocifissi
e corone di spine allineate
il tempo vecchio baro cartomante
inganna i labirinti della fuga
distrae dalle speranze imbalsamate
per passeggiate con i tacchi a spillo
in corridoio frusciano fantasmi
lenzuoli bianchi lenzuoli neri
respirano catene martellanti
arrugginite intorno ai polsi magri
la candela si spegne in braccio al buio
sul comodino resta un pianto caldo
il Re di Cuori occhi abbacinati
nel perdono si gioca l’avvenire
(guga
2010 - Aprile)
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