PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Utente eliminato
Pubblicata il 14/05/2020
Spudorato imploro,
tu che già in grembo
amorevolmente mi cullasti,
nei lunghi mesi
del più periglioso e misterioso del viaggi,
forte abbracciami, forte,
ora che il sonno pietoso
sui logori occhi,
un tempo tue gemme preziose,
dal nitore ormai spento
dalla corruzione dei Demoni,
rapido cala,
al tuo tiepido petto stringimi,
come grande fuoco
famelici branchi di lupi,
frena i crudeli fantasmi
della lorda coscienza,
persino della pace
delle lunghe ore
dalle tenebre e dal silenzio avvolte,
sprezzanti,
estrema risorsa
in cui sola confido,
possa senza limiti essere il tuo amore,
per poter l'amarezza lancinante lenire
dell'ingrato tradimento,
che subdolo come anomala onda
del mare di poppa,
inerme alle spalle ti colse,
struggente, rassegnata tristezza
unicamente generando,
e miracolosamente
schiudere nel cuore,
ora leggero dal peso immane
di questo tristo mondo,
un minuscolo, indebito spazio,
per il tuo,
da sempre e per sempre,
piagnucoloso, vigliacco,
giammai cresciuto,
bambino.

Qualora lo spietato, doloroso castigo,
costantemente invocato,
per tutto il male inspiegabile,
se non con la follia,
o la diabolica ossessione,
proprio a te riservato,
non recasse in se la forza
di aprire le tue mani chiuse,
supplico mi sia risparmiata
la cognizione di tale strazio,
all'eterna dannazione non inferiore,
possa la luce del sole di un altra Vita
essere perpetuamente oscurata al mio spirito,
per sempre spento,
come il soffio che la mia carne animava,
in insensibile, inconsapevole, ottusa pietra
misericordiosamente mutato.
  • Attualmente 4.75/5 meriti.
4,8/5 meriti (4 voti)