Per le strade nebbiose
accanto a me camminavi,
alle tue brevi, stanche membra
il passo adeguavo,
sul braccio un tempo esile,
che come tronco d'albero
lentamente vedesti crescere,
sentivo la tua piccola mano,
la tua minuta presenza avvertivo,
delle tenui parole
ricche di garbo e mesta dolcezza
il fil di fiato.
D'improvviso ero solo,
sperduto nella strada immensa,
con sguardo ansioso
invano ovunque ti cercai esterrefatto,
vociando isterico
a sarcastici passanti,
di corsa raggiunsi
tutte le traverse che potei,
ma quanto erano numerose
e corto il mio fiato,
ma un attimo prima
d'impazzire d'angoscia
bruscamente mi destai,
con sollievo e disperazione,
ritrovando il volto
che mai nella vita
dai miei distratti occhi si distolse,
nella cornice della foto
accanto al mio giaciglio,
che con lieve sorriso mi fissava,
e forse umidi,
luccicanti occhi.
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