PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 05/05/2020
Nel buio cieco della stanza
d’improvviso ruppe il mur del suono:
di lampadari una breve danza,
col fragor d’un tuono
si dissolse in lontananza.

il tempo di riprender sonno
e s’udì ancor un altro tonfo,
acuto l’abbaiar del cane,
alle prime luci
il timor ancor permase.
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Esperienze che lasciano sgomento e senso d'impotenza...

il 05/05/2020 alle 18:11

Le troppe tronche imbruttiscono la poesia pubblicata… Che bisogno c'è di decapitare le parole?

il 05/05/2020 alle 18:56

Ciao Gabriela, qui in Emilia è ancora vivo nella memoria il terremoto del 2012. Fortunatamente quello dello scorso fine settimana è stato molto lieve, fonte di ispirazione

il 05/05/2020 alle 22:53

Ciao guga, ho letto la tua recente diatriba su questo argomento. In linea di massima sono della tua stessa idea. Sono sempre molto attento quando scrivo cercando di curare sempre i dettagli e in questo caso ritengo che ci possa stare una forzatura di questo genere all'interno di versi brevi e "veloci" che vogliono rendere un po' "dura" la musicalità delle strofe.

il 05/05/2020 alle 23:06

Altra considerazione veloce, anche l'utilizzo del passato remoto vuole rendere più "dura" la musicalità.

il 05/05/2020 alle 23:09

@Noname - Innanzitutto grazie per la civilissima risposta (altri sono ricorsi al dileggio e all'insulto…). Per me ci sono due elementi che non dovrebbero mai comparire in un testo poetico; le tronche e l'eccessivo uso degli aggettivi. Ho letto le tue argomentazioni e ho RI-letto il tuo testo (bello e coinvolgente) e resto del parere che SENZA le tronche l'effetto sarebbe ancora più drammatico. "Questione di punti di vista…" mi dirai ;-) Forse… Ciao!

il 06/05/2020 alle 07:12