In pratica, ci dovremo immolare alla cattiveria delle anime, affondare nella melma per poi riemergere in una gioia che somiglia alla morte, perchè facciamo tutti parte di questo meccanismo sadico che conduce all'eden. Che poi non tutte le anime sono cattive...con un po' di fortuna...bellissima poesia.
inibire: v. tr. [dal lat. inhibere, comp. di in-2 e habere «avere»] (io inibisco, tu inibisci, ecc.). – 1. Proibire, vietare d’autorità: il medico gli ha inibito l’uso del fumo, o di alcolici; per il suo contegno scorretto gli fu inibito l’accesso alla biblioteca. Con sign. più generico, vietare, impedire: l’eccesso di raziocinio gli inibisce ogni abbandono alla fantasia. Con valore rifl., inibirsi (cioè «inibire a sé stesso»), impedirsi consapevolmente qualche moto spontaneo: mi sono inibito di bere. 2. estens. a. In biologia, rallentare o impedire lo svolgimento di una funzione, arrestare lo sviluppo di un organo o dell’intero organismo e sim.: il cloruro di litio inibisce lo sviluppo dell’encefalo nell’embrione dei vertebrati; la bassa temperatura inibisce la germinazione dei semi. b. In psicologia e psicanalisi, bloccare, ostacolare nello svolgimento di un’attività o nell’esplicazione di una funzione, di un processo psichico: la paura, la timidezza mi inibisce. ◆ Part. pass. inibito, frequente come agg. e sost., in psicologia (e di qui anche nell’uso com.), di persona impedita nell’esplicazione di alcune funzioni psichiche, che soffre di inibizioni: sentirsi inibito; essere un inibito.
da un certo punto di vista l'eternità ci è proibita, almeno fino a un certo livello di coscienza, e in quel caso appunto anche la poesia diviene qualcosa di simile...ma d'altronde non amo fare l'autopsia alle mie poesie...
Noi siamo l'eternità finché si vive ( come la purezza se lo vogliamo ) :-)