C’è qualcosa di misero e sconsolato
nella figura emaciata di un ottantenne
che a stento sostiene il peso dorato
di un ostensorio prezioso e perenne
mostra tutta la fragilità dell’umano genere
che anche quando è addobbato sontuosamente
non è niente né può davanti al Divino Creatore
dalla cui volontà dipendiamo completamente
di questo troppo spesso ci dimentichiamo
tronfi, orgogliosi di qualità immeritate
d’essere autosufficienti noi ci illudiamo
e disprezziamo chi non è così brillante
e costruiamo quel mostruoso sistema
dell’uomo che sfrutta l’altro apertamente
per essere primi in quella corsa estrema
d’aver tutto il potere e ogni cosa decadente
e neghiamo all’altro anche l’essenziale
il minimo che serve alla sopravvivenza
pur di accumulare nelle nostre mani male
il superfluo e l’altrui misera esistenza
ma che senso ha questa vita da rapaci
questo fare del male a chi non ha fatto niente
e poi alla prima epidemia urliamo da incapaci
contro un Dio che ci guarda indifferente
se non interviene è che sarà nauseato
dal comportamento ipocrita di noi gente
che urliamo quando ci sentiamo perseguitati
ma che mietiamo vittime sempre, impunemente!
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