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Pubblicata il 05/03/2003
'N ber giorno me so' detto:
"Daje che sei arivato,
ancora 'n'antro sforzo
e finisce 'sta salita;
mo' che sei ggiunto all'apice
de questo lungo viaggio
te pòi mette seduto
a riguardatte er monno."

Ma nun potevo crede
a tutte 'ste parole,
così cio' aripenzato
e me so' detto ancora:
" Caro er mio arter ego
nun hai capito gnente,
ché questa zzozza vita
è com'a 'na montagna:
quanno ch'arivi 'n cima
nun hai 'ncora finito
anzi cori più forte
precipitanno a valle."
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Una prospettiva da cui riguardare la vita che denota...molta saggezza :-) Bella nella fragorosità del dialetto romanesco. I toscani dicono "poggio e buca fa piano" ma questo è già un bilancio troppo saggio. Però è così! Mi piace pensare agli stimoli che susciti qui con un'altra raffigurazione: le azzurre lontananze hesseiane dei profili dei monti, ai quali tendiamo ad avvicinarsi nel nostro peregrinare trovandone sempre più in là di sfumati e distanti.
Un carissimo saluto!
max

il 05/03/2003 alle 15:24

E quanno hai ragione:-)
come posso non trovarmi daccordo con te....è sempre in salita la strada che ci porterà alla meta...e quando saremo arrivati troveremo altre strade ad invitarci PER RICOMINCIARE....un forte abbraccio...Mary

il 05/03/2003 alle 15:50

Tempo tiranno! Ho solo pochi minuti per una sola risposta.
Innanzi tutto grazie, soprattutto per il vostro sottolineare sempre un fondo di saggezza nei miei versi: ma è vera saggezza o solo voglia di esserlo a parole perchè non riesco ad esserlo nei fatti? ;-))
Avendomi conosciuto personalmente, salvo purtroppo Mary (ma c'è sempre tempo per rimediare), a voi il giudizio.
Un abbraccione cumulativo.
Gaetano

il 05/03/2003 alle 21:52
flo

Ciao Gaetano,
deliziosa e anche densa di significati questa tua poesia in dialetto romano.
Veramente complimenti è una delle tue più riuscite.
Ciao
Floriano

il 06/03/2003 alle 08:45