Dimmi tu,
che colpa ne ho io,
se i tuoi occhi mi inchiodano,
le parole si fermano e le tue
labbra non mi stanco di guardare?
che colpa ne ho io,
se mi vien voglia di contare
i tuoi capelli e di cadere
nei tuoi jeans attillati?
ho forse colpa io del corpo tuo
e del desiderio mio?
non io, ma il dio che mi abita dentro
è qui a mendicare la tua bocca.
non io, ma la mia voluttà cieca
è qui a batter parole per curarsi
dal languore del tuo nome.
e se tu adesso non vuoi
concedermi i tuoi allettanti fianchi,
mi accontenterò di guardarti
passare, di incontrare il tuo
fresco e perfetto sorriso così
come s’ammira il fugace trascorrere
della più bella delle stagioni.
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