Stanotte ho fatto un sogno, ed ero nel corpo di un bambino. Un uomo mi teneva la mano mentre passeggiavamo lungo una spiaggia. Il sole ci faceva socchiudere gli occhi, ma era bello stare lì... Era inverno, ed il vento ogni tanto rallentava il nostro passo, ma la mano dell'uomo era forte, grande, come scolpita nella pietra dagli anni ma allo stesso tempo, dolce e premurosa unita alla mia. Io guardavo le conchiglie, nella speranza di raccoglierne una così grande da poterla regalare al mio compagno di viaggio, ma lui mi anticipo'. - Tieni, questa è per te, è piccola ma molto colorata. Quando tornerai a casa lavala con acqua dolce ed asciugala con un panno... Non è molto, ma è tutto ciò che posso darti -. Così presi quella conchiglia, tenendola stretta nel mio pugno quasi a sentir dolore. Avrei voluto che quella giornata non avesse avuto mai fine... Che I miei passi sulla sabbia bagnata, diventassero un unica orma con quelli dell'uomo, ma sapevo che il viaggio stava per concludersi. Mi girai verso il mare, sperando che la sua voce potesse darmi risposte, e d'un tratto mi ritrovai solo, senza l'uomo più al mio fianco. Nel pugno tenevo stretta la sua conchiglia. Tornai a casa, la lavai con acqua dolce, l'asciugai con un panno morbido e la posai sul mio letto. Rimasi ore a seguirne le sfumature sul suo dorso, il marrone intenso che pian piano sbiadiva nel giallo, fino a divenire bianco, i binari limpidi, divisi da coste alte e robuste che degradavano in itinerari gibbosi ed assumevano la forma di piccole dita che poggiano al suolo. Rimasi ore... rimasi ore a guardarla, finché seppure dentro un sogno, mi addormentai,svegliandomi nella realtà. Ho molte conchiglie dove vivo, ma solo una di esse è stata stretta nel pugno di un bambino, ed ogni volta che la tolgo dal suo panno, iniziò a passeggiare su una spiaggia, tenuto per mano da quell'uomo temporaneo. Ma a me bastano quei pochi passi al suo fianco, perché per un bambino, quello... è il viaggio più bello del mondo.