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Utente eliminato
Pubblicata il 23/12/2019
Come Kalì, La Spaventosa,
ti nutri del sangue dei tuoi fedeli,
ma risparmi i tuoi figli prediletti.

Nel vento sento forte l'orgoglio
di tutti i popoli nomadi della terra,
l'ebbrezza delle selvagge scorrerie
consumate insieme alla fiamma
della loro breve vita,
sprezzante di ogni debolezza,
la folle euforia degli uccelli,
che, incoscienti,
solcano il mare,
senza apparente fine,
sfrecciando gioiosi nel cielo limpido,
sino a quando,
al loro acuto occhio,
non si materializza,
ancor lontanissimo,
lo sbiadito contorno
dell'agognata costa ,
e il sempre impavido cuore
di smisurata fierezza trabocca.

Nel rombo del motore
sento senza limiti
in me crescere
un'aliena, estranea, potente energia,
in ferro mutante
la gambe di cotone,
ribolle la vita dentro di me,
nuova linfa il mio corpo tutto ne trae,
non più spossato dall'avvilito spirito,
brillo come l'Oro nel sorriso di quei ragazzi
che ti hanno amata sino a Samarcanda,
la Luce,
che la polvere del tempo inesorabile
non può oscurare,
nelle immagini opache e immortali,
ornate di fiori appassiti,
ai margini delle strade ingrate,
dove ignaro,
incrociai
l'Eterna Primavera delle loro vite.
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