Sotto al mio cielo grigio ed uniforme,
gonfio d’umidità
cadon le ultime foglie al melograno,
là dove poi si crea fangosità
vien preso il muschio verde per dar forme
al presepe cristiano.
Felice vola in alto un deltaplano,
quando alzo il guardo e vedo i suoi colori,
cosa starà pensando,
l’audace sognatore al suo comando,
saluta i beccheggianti migratori
scacciando i malumori,
plana in picchiata verso la pianura,
dove un pallido sole,
tenue ferisce l’ombra quasi scura,
per dar sorriso alle sparute viole.
Ma sono già le cinque e il giorno cede
alle lunghe nottate,
il tetro inverno bussa ormai alle porte,
gelo che picchia forte
sui vetri delle case riscaldate
dal suono di chitarre assai stonate.
E nei giorni di festa luminosi,
col muschio ancor più bello,
gioiscono i bambini e son radiosi,
di accogliere quel Cristo poverello.
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